Considerazioni sulla Conferenza Nazionale della famiglia – di Graziella Bertozzo

Il Ministero della Famiglia organizza la prima Conferenza Nazionale sulla Famiglia a Firenze dal 24 al 26 maggio.

Una analisi dell’impostazione dell’evento permette una serie di riflessioni che pongono in evidenza il progetto politico complessivo che sottende questa Conferenza, e come la valorizzazione (o l’utilizzo…) “delle famiglie semplici, delle famiglie normali” di cui, secondo la Ministra Rosy Bindi, intende occuparsi la Conferenza, rappresenti l’anello di congiunzione fra Stato del Vaticano e politiche neoliberiste.

 

 

In questo documento si cercherà di porre l’attenzione su quegli aspetti che rivelano gli obiettivi reali di una iniziativa politica che afferma di voler “indicare gli interventi relativi all’attuazione dei diritti della famiglia e concorrere alla costruzione di un modello di welfare più europeo e più moderno.”

 

Questa frase, contenuta nella presentazione della Conferenza, già contiene i due elementi principali che l’iniziativa intende congiungere:

 

1. quando si parla di “diritti della famiglia”, citando l’articolo 29 della Costituzione Italiana, si rappresenta una famiglia titolare di diritti che troppo spesso travalicano i propri confini per sovrapporsi ai diritti individuali, e per divenire non più libera scelta ma modello dominante imposto, sulla cui ortodossia è rivendicato in Italia il controllo da parte della chiesa cattolica.

 

2. quando si parla di un “modello di welfare più europeo” si intende il progressivo abbattimento dello stato sociale (cioè dello stesso welfare) che dovrebbe essere sostituito dalla famiglia, con le proprie risorse interne (le donne…).

Questa impostazione si evince da:

 

GLI INVITI

 

Fra i vari ospiti d’onore invitati per ora pare certa Ursula von der Layen,  Ministro della Famiglia, Giovani, Anziani e Donne della Repubblica Federale Tedesca, che dovrebbe intervenire per la Presidenza di turno dell'Unione Europea, mentre un altro invitato che non appare ancora nel programma è l’ungherese Vladimir Spidla, Commissario Europeo per l’Occupazione, Affari Sociali e Pari opportunità.

 

Ursula von der Layen

 

La presenza della Ministra tedesca è significativa per un duplice motivo: innanzitutto per l’iniziativa della  Presidenza tedesca dell’Unione Europea per la creazione della “Alleanza europea per la Famiglia” a cui l’Italia aderisce,  e in secondo luogo per cosa rappresenta il personaggio Ursula von der Layen:

La sua biografia è contraddistinta da una volontà di ferro, da un’ambizione professionale e dai valori cristiani della famiglia. Ginecologa, specializzata in economia, Ursula von der Leyen è moglie e madre di sette bambini. Musica classica, grande ruolo all'etica tradizionale, ai valori comunicati dalla religione.

Quale è il fine della sua politica? Che la Germania abbia più bambini. Questo si rivela come lo scopo più importante, l’obiettivo di tutte le sue riforme. Intanto la pressione sulla gente senza figli, rimproverata con argomenti politici e morali, cresce ogni giorno. Le accuse contro chi ha scelto di non riprodursi sono di natura prettamente economica. Chi non ha figli, non contribuisce a una stabile piramide della popolazione e a un equilibrio economico per quanto riguarda le assicurazioni sociali e sanitarie.

“Abbiamo bisogno di famiglie più numerose e di più famiglie in generale nella nostra società. Per questo motivo mi sono prefissa tre scopi da raggiungere: Voglio aiutare i genitori più giovani a fondare una famiglia, affinché trovino il coraggio per avere uno o più figli. Poi voglio aumentare la coesione, e rafforzare il legame tra le generazioni. E terzo dobbiamo occuparci meglio dei nostri bambini, soprattutto di quelli che sono nati all’ombra. Perché proprio nei primi anni di vita si formano caratteristiche che si portano sulla pelle per tutta la vita. La famiglia deve diventare un modello di successo nella nostra società, e io mi batto per questo”.

La politica di Ursula von der Leyen si fonda sui principi e sull’immagine dell’uomo cristiano. Con l’ideale di uno Stato forte, capace di difendere il bene comune e di pensare al futuro dei bambini. Le famiglie sono una delle colonne portanti della società.

È interessante osservare la propaganda di un ritorno alla famiglia e ai valori del focolare domestico, in un paese moderno come la Germania, in un paese famoso per l’assenza di una forte coesione familiare. In Germania i figli escono dalla famiglia a diciotto anni per non ritornarci. Gli anziani vivono soli o in case di riposo e mai con i loro figli, come succede frequentemente in Italia. In una famiglia tedesca, la cena familiare è una rarità. Ursula intende importare i suoi valori cristiani in Germania.

 

Vladimir Spidla

 

Apparso in un primo momento fra gli invitati, è ora sparito dal sito creato ad hoc dal Ministero della Famiglia. E’ interessante occuparci ugualmente del Commissario Europeo per l’Occupazione, Affari Sociali e Pari opportunità, soprattutto perché ci fornisce l’occasione di prendere esempio di quale il tipo di proposta di welfare stia avanzando in Europa. E’ della scorsa settimana la notizia della presentazione della Carta europea per il riconoscimento giuridico del lavoro di cura, Carta fortemente voluta da Spidla. La Carta, rintracciabile al seguente indirizzo internet

 

http://www.superabile.it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/News/info70773186.html

 

all’articolo 3 riporta:

 

Solidarietà familiare. "In tutta Europa la famiglia è il luogo privilegiato per la migliore qualità di vita delle persone con disabilità. La solidarietà familiare deve svilupparsi in armonia con la solidarietà nazionale." La famiglia è una rete spontanea di solidarietà e perciò è il luogo privilegiato per l'assistenza alla persona disabile e/o dipendente. Tutta la famiglia diventa una rete di solidarietà, che, però, senza la solidarietà pubblica rischia di trasformarsi da circolo virtuoso in un circolo vizioso. Quindi, i governi devono sviluppare un welfare di cittadinanza con al centro la famiglia.”

 

Però all’articolo 2 riportava:

 

Scelta del familiare che si prende cura di un familiare non autosufficiente."La persona disabile e dipendente deve avere in ogni momento la possibilità di scegliere il familiare assistente non professionista nell'ambito familiare. Se non in grado di esprimere la sua scelta, tutto deve essere fatto perché sia rispettata la sua volontà. Il familiare assistente deve poter scegliere di svolgere il suo ruolo a tempo pieno o a part time, conciliando eventualmente questo ruolo con un'attività professionale. Queste scelta deve essere libera e consapevole e deve poter essere rivista in ogni momento".

Si sbaglia nel pensare che questa sia la condanna per le donne (si immagina che saranno loro le prescelte…) a prendersi cura, per legge, all’interno della famiglia, delle persone anziane in continuo aumento in Europa?

 

Per ora si tratta di una carta, ma sembra che l’intenzione di Spidla sia quella di promuovere una direttiva europea in tal senso. L’Alleanza per la famiglia che si sta formando grazie alla Germania della von der Layen sarà ben felice di sostenere tale ipotesi di centralità familiare.

 

 

LE SESSIONI TEMATICHE

 

Si riportano le sessioni tematiche attraverso le quali si articolerà la Conferenza.

Una breve riflessione sull’impostazione delle singole sessioni evidenzierà che in ognuna è presente l’esaltazione delle pari opportunità per le donne, che si finge di promuovere, per ricacciare invece – di fatto – le donne all’interno della mitica famiglia, “riparatrice” (termine utilizzato per davvero) di ogni male sociale. Di fatto, invece, copertura di ogni ingiustizia.

 

 

FAMIGLIA E DIRITTI

In questa sessione sarà approfondito il rapporto tra diritti della persona e diritti della famiglia, alla luce del carattere promozionale e incentivante indicato dalla Costituzione. Sarà, inoltre, centrale il tema di come valorizzare la piena soggettività della famiglia, gli strumenti della partecipazione e il riconoscimento attivo dell’associazionismo familiare. Nella prospettiva di esaltare le pari opportunità e definire rapporti di genere non discriminatori, si affronteranno, tra l’altro, i problemi legati all’adeguamento del Codice civile e del diritto di famiglia (su cui il Governo sta già lavorando ad esempio con il ddl sulla parità tra figli nati nel matrimonio e figli nati fuori dal matrimonio; o la pdl sul cognome) e l’ipotesi di istituire un Tribunale della famiglia.

 

Significato:  il carattere promozionale e incentivante indicato dalla Costituzione ci permette di aumentare i diritti della famiglia e limitare quelli della persona. Valorizzare la piena soggettività della famiglia significa che andiamo verso la definizione di famiglia come soggetto giuridico. Andiamo verso un’ipotesi di due persone giuridiche, l’embrione e la famiglia? Si tratta quindi dell’esaltazione delle pari opportunità di chi?

 

 

FAMIGLIA E MUTAMENTI CULTURALI

Questa sessione indagherà, a partire dai mutamenti culturali in atto, in che modo le sfide di una società sempre più multietnica e multireligiosa influiscono sulle trasformazioni della famiglia. Saranno anche approfonditi i temi del rapporto tra media e famiglia, con particolare attenzione ai minori e al ruolo crescente delle nuove tecnologie della comunicazione.

 

Significato:  Censura televisiva? Società multietnica e multireligiosa nella stessa sessione dei nuovi media. Una società sempre meno religiosa non è previsto, anche se le nuove generazioni sono sempre meno praticanti, indipendentemente dalla cultura di provenienza. I nuovi media: come permettere alle famiglie di non avere troppe interferenze esterne. Ma è un’ipotesi…

 

FAMIGLIA E GENERAZIONI

La questione demografica e il suo impatto sulla struttura familiare, saranno al centro dei lavori di questa sessione. I percorsi con cui oggi si arriva a diventare famiglia o si resta famiglia sono ormai mutati: basti pensare ai bassi indici di natalità, all’invecchiamento della popolazione e all’innalzamento dell’età in cui si diventa genitori. Occorre capire e riconoscere questi percorsi e allo stesso tempo studiare come favorire le scelte di metter su famiglia, diventare genitori, superare il conflitto tra le generazioni.

 

Significato: I bassi indici di natalità, anche in Italia, sono sempre più una fola. Un dato ISTAT. In Italia nati per donna nel 1995: 1,18; nati per donna nel 2004: 1,33.

Non sono noti gli indici di natalità “ariana”.

 

 

FAMIGLIA E RESPONSABILITA’ EDUCATIVE

La funzione educativa della famiglia è al centro dei lavori di questa sessione. In questo ruolo pubblico e inestimabile, la famiglia non è ancora un interlocutore privilegiato delle altre agenzie educative del paese, in grado di esprimere le proprie responsabilità e le proprie attese. In questa sessione si analizzeranno le esigenze formative della famiglia stessa e l’educazione alla genitorialità; le criticità, ma anche le potenzialità del rapporto tra famiglie e scuola, anche alla luce di un diffuso bisogno di momenti di socializzazione interfamiliare.

 

Significato: L’istruzione pubblica per tutti/e è una delle più grandi conquiste dello stato sociale. Una delega alle famiglie in tal senso significherebbe semplicemente rendere preponderante il livello sociale di nascita rispetto alla possibilità di accedere al sapere. L’accesso alla scuola pubblica ha permesso l’istruzione per i figli dei poveri. I figli dei ricchi avevano la possibilità di studiare ugualmente. Sembra banale, ma non lo è più se lo si nasconde dietro proposte tipo “esigenze formative della famiglia stessa”: che vorrà dire? Insegnare alla madre ad accudire i genitori anziani perché a sua volta lo insegni alla figlia? In genere è questa l’attesa della famiglia… “Educazione alla genitorialità” sembra il titolo di un corso per fidanzati fatto dalla parrocchia… Anche quella è educazione, ma a cosa? A rispecchiare il logo del convegno sulla famiglia?

 

 

 

FAMIGLIA E LAVORO

L’organizzazione e il mercato del lavoro hanno un peso rilevante sulla famiglia. La conciliazione dei tempi di lavoro e di cura delle famiglie rappresenta un tema di grande attualità per le politiche sociali e per le stesse politiche economiche e di sviluppo del Paese. È ancora troppo limitata la partecipazione delle donne al mercato del lavoro: non ci sono solo le barriere all’ingresso, ci sono anche penalizzazioni nei percorsi di carriera e di affermazione professionale. La famiglia, e in essa la donna, spesso si trova di fronte al conflitto tra impegni professionali e responsabilità familiari.

Questi temi saranno sviluppati a partire dalle misure adottate dal governo con la Finanziaria 2007 (tutela della maternità per le lavoratrici precarie, rafforzamento e riforma dei congedi parentali, incentivi all’occupazione femminile, piano straordinario per gli Asili nido) anche indagando problemi e potenzialità del rapporto tra impresa e famiglia.

 

Significato: La Finanziaria 2007 incentiva la possibilità di usufruire di congedi parentali e di accedere al part-time per le lavoratrici madri. Più le donne stanno in casa e meglio è: un lavoretto va bene, tanto il lavoro vero lo fa l’uomo. E non si racconti che la donna che fa lunghi congedi per seguire i figli ha pari opportunità di carriera. Forse vale per la ministra tedesca che ha sette figli, ma che oltre ai sette figli si può permettere sette istitutrici… La possibilità di accesso ai congedi anche per il padre non modifica la situazione.

 

 

ECONOMIA FAMILIARE

Il reddito e la capacità di spesa della famiglia influisce sull’accesso ai beni di consumo primario, ai servizi di pubblica utilità, ai servizi di welfare. È altrettanto indubbio che la fragilità economica di molte famiglie, in molti casi sino alla soglia della povertà, trovi spiegazione in situazioni di lavoro precario e nel problema della casa. La sessione affronterà quindi i temi dell’equità fiscale, del consolidamento della riforma degli assegni familiari; del rapporto tra povertà e famiglia, della congruità delle tariffe dei servizi, tenendo conto per ognuno di questi aspetti della composizione del nucleo familiare, del numero di figli, dell’età e dell’eventuale condizione di disabilità.

 

Significato: In questo caso la famiglia è oggetto di potenziale welfare.

 

FAMIGLIA E WELFARE

Ridisegnare il welfare è la sfida del nostro tempo, non solo per l’Italia. La strategia del Governo è orientata a valorizzarne la dimensione familiare. Le politiche familiari non sono politiche di settore in senso lato, non esauriscono tutte le politiche di welfare e non possono essere confuse con la lotta alla povertà, ma devono essere integrate e interagire con le altre politiche: dal lavoro alla previdenza e al fisco, dalla sanità alla scuola, dalla casa all’assistenza, ai trasporti, alla cultura.

In questa sessione si cercherà di mettere a fuoco, in relazione alle domande e ai bisogni della famiglia, le risposte più adeguate nel campo dei sevizi all’infanzia e alla famiglia, fino ad oggi assolte in modo insufficiente dai consultori familiari.

In particolare si tratterà di definire i LEF (livelli essenziali per la famiglia) e di ripensare l’Isee.

 

Significato: All’estensore di questa parte è venuto il dubbio che si sia capito, così specifica che le politiche familiari non esauriscono tutte le politiche di welfare. Però devono “interagire” con le altre politiche. Ma i bisogni rimangono delle famiglie, mai dell’individuo, e dalle famiglie avranno da essere soddisfatti.

 

LA FAMIGLIA CHE ACCOGLIE

Il Governo intende investire, sul piano politico, organizzativo e finanziario, per promuovere e sostenere il valore dell’accoglienza familiare. E’ necessario approfondire le ragioni di difficoltà delle esperienze di adozione con conseguenze di grande sofferenza per i bambini e i genitori interessati. Le innovazioni già avviate con il nuovo regolamento della Commissione Adozioni internazionali, vanno integrate e rafforzate con il sostegno delle amministrazioni pubbliche e dei soggetti privati. La sessione affronterà quindi tutte le problematiche legate agli istituti dell’affido, dell’adozione nazionale e internazionale, con l’obiettivo di una loro qualificazione e integrazione, anche prevedendo l’affido internazionale.

 

Significato: Le adozioni. Se proprio devono venire da un’altra parte del mondo, che lo facciano da piccoli/e, così possiamo meglio educarli/e secondo i “nostri valori”.

 

FAMIGLIA E FRAGILITA’

L’aumento delle persone non autosufficienti, anziani ma anche bambini e adulti disabili, è un problema incalzante che pesa in primo luogo sulle famiglie, con gravi carichi esistenziali e assistenziali, notevoli costi economici e difficoltà, soprattutto quando nella famiglia coesiste l’impegno di crescita dei figli e di cura di genitori anziani. Non meno drammatica è poi la condizione delle famiglie che affrontano il disagio mentale.

La sessione ha l’obiettivo di individuare una più idonea rete di servizi, a partire dalla istituzione del Fondo per le non autosufficienze, avviato con la Finanziaria 2007, per affrontare queste emergenze. Ma si dovranno anche esaminare i sostegni più efficaci per le famiglie interpellate da queste situazioni di grande sofferenza e tensione.

 

Significato: Il problema del disabile non pesa in primo luogo sulla famiglia, ma sul disabile stesso. E in secondo luogo sulla persona che se ne fa carico. Se la soluzione è quella del Commissario Spidla la rete di servizi che si vuole individuare avrà la funzione di individuare quali sono le donne che dovranno per legge occuparsi delle persone disabili.

 

 

FAMIGLIA E VIOLENZA

I lavori di questa sessione sono orientati a indagare non solo e non tanto le dimensioni e la tipologia della violenza che si consuma tra le mura domestiche quanto la possibilità che la famiglia possa diventare luogo di prevenzione e riparazione.

Senza negare o disconoscere la drammaticità crescente di questo fenomeno, si evidenzieranno i processi in grado di mobilitare all’interno della famiglia gli aiuti e il sostegno ai soggetti più fragili e deboli. E’ questa del resto la prospettiva del recente Ddl sulla violenza in famiglia che punta a riqualificare la rete dei servizi (consultori, centri di auto aiuto, ecc.). Saranno anche approfondite le strategie per contrastare il fenomeno della pedopornografia e potenziare il ruolo di prevenzione e monitoraggio dell’Osservatorio nazionale.

 

Significato: Non interessa sapere come e perché avvenga tanta violenza all’interno della famiglia, quanto piuttosto fare in modo che la famiglia stessa “ripari” quella violenza. E’ la stessa cosa che avviene con i preti pedofili: si lasciano dentro la chiesa, si cambia loro parrocchia, e li si fa riparare con tre ave e tre gloria.

All’interno della famiglia solo l’omertà si può attivare. Lasciare il padre violentatore con i figli non significa dargli la possibilità di riparare, bensì di riviolentare.

 

 

Sono solo alcune osservazioni, che andranno sviluppate, corrette, approfondite.

 

Il concetto di fondo rimane comunque quello che si vuol ricreare una bella famiglia, come quelle di una volta, dove le donne provvedono a tutte le necessità degli uomini, senza retribuzione, né autonomia, né libertà.

A trarne vantaggio il sistema neoliberista che può continuare nell’operazione di smantellamento dello stato sociale.

La gerarchia cattolica tiene la pariglia al sistema neoliberista fornendo l’impianto ideologico che giustifica questa operazione di oppressione con il “diritto naturale”, che vorrebbe la donna “naturalmente” sottomessa, in seguito al peccato originale di cui fu responsabile.

 

In cambio sull’impero della chiesa cattolica non tramonta mai il sole.

 

Certo, la consapevolezza e l’autodeterminazione degli individui, e in particolare delle donne, è il pericolo maggiore per questa operazione.

 

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